Cellitti all’amatriciana

INGREDIENTI

Cellitti freschi
Guanciale
Pomodoro
Salsa di pomodoro
Peperoncino
Pecorino romano DOP

DESCRIZIONE

Il segreto dei primi piatti resta la qualità della pasta. Fatta secondo i metodi tradizionali, Luca questo ci tiene a specificarlo, perché pappardelle, tortelloni, cellitti, tonnarelli vengono preparati da un laboratorio artigianale di Cori. Tra i tanti piatti rivisitati ne resta però qualcuno integro rispetto alle innovazioni proposte. E sì, perché la pasta all’amatriciana resta un simbolo della cucina regionale laziale noto in tutto il mondo. E allora lo chef propone i cellitti, vale a dire una pasta di origine castellana ottenuta con acqua e farina, molto simile come forma ai pici toscani, nella ricetta tradizionale dell’amatriciana. Secondo la norma ecco il guanciale croccante, pomodori pelati e Pecorino Romano DOP: un primo piatto di estrazione povera, contadina, originaria del paesino del Reatino, che nella prima ricetta originale era bianca, quindi non condita da pomodoro (ed ecco la gricia).
 

Da una parte la straordinaria imponenza del tempio di Ercole che s’affaccia sulla piana pontina, dall’altra i vicoli nascosti, stretti, angusti, che reclamano la loro parte di libertà. Libertà di cucina, come da 23 anni Luca Zerilli si destreggia tra i fornelli di un locale che ha oltre un secolo di vita, rimasto fedele al nome: "Da Checco". Chissà se anche un incisore come Giovanni Battista Piranesi nel suo peregrinare tra le magnifiche rovine di Cori si sia imbattuto in una cucina semplice, genuina e forte. Da queste parti la qualità cresce direttamente dalla terra, del resto "dove l'ulivo abbraccia la vite" è, nella zona, sinonimo di Cori, centro antichissimo eretto su mura ciclopiche e abbarbicato sulle rupi dei Lepini: memore di questa millenaria tradizione che si è tramandata nelle trattorie locali, lo chef Luca Zerilli continua a coniugare gusto e storia, puntando sì sulla cucina regionale ma sempre avanzando sperimentazioni apprezzate da una clientela ormai affezionata. Da Checco si trovano ancora quelle pietanze rustiche quasi dimenticate come la coda alla vaccinara e la trippa, ma le elaborazioni di Luca che seducono restano i primi piatti.