Tagliolini al trombolotto e bottarga

DESCRIZIONE

Chi ama il mare – ma anche il lago – sa cos’è la bottarga. Sa bene che il suo sapore ti fa mordere anche l’aria. Si ricava dalle uova del pesce, in particolare dal muggine, ma anche dal tonno. E da sola condisce un piatto. Ma talvolta spolverata si unisce a pasta fatta in casa e quindi la libido sale, fino a che diventa fortissima se aggiungi una sacra benedizione di trombolotto. Ecco, Fabio Stivali non si lascia corrompere: ti può spiegare la cottura della pasta (bella forza!), il colpo di polso quando grattugia la bottarga ma mai svelerà gli ingredienti del suo unguento. Eppure profuma di storia, coi sapori che sono quelli dei perduti agrumi di Sermoneta, che vengono uniti all’olio, attraverso un processo di molitura delle olive e del limone stesso: così, dalla loro spremitura avremo un profumatissimo olio ricco delle maggiori proprietà del limone e dell’oliva. La benedizione di questo aromatico condimento esalta la pasta fumante, essendo il trombolotto un correttore di acidità naturale. Provare per credere.

PREPARAZIONE

Dopo aver bollito i tagliolini (la bollitura è più veloce), condire con due abbondanti cucchiai di trombolotto e con una generosa spolverata di bottarga.
 

Un simposio che ha origine nell’amicizia, nella volontà dello stare insieme, di suonare una chitarra, di stendere l’ugola, sorseggiando un buon vino accompagnato da un piatto genuino. Ecco nascere così nei vicoli medievali di Sermoneta il Simposio da un’intuizione di Fabio Stivali, che un giorno decide di mollare la professione di manager spedito in giro per il mondo e di trasferire nel suo microcosmo quello che aveva attinto girando qua e là. Così, nel 1990, nasce quasi per gioco un’alcova che poi diventerà la prima occupazione di questo gastronauta che ha lo spirito intraprendente, la fisiognomica irridente e l’empatia come biglietto da visita. E il Simposio prima è un’enoteca, poi diventa un luogo fuori dal tempo per gourmet in cerca di emozioni nuove pur valorizzando la tradizione, aspetto che mantiene ancora oggi in nome di un’artigianalità che resta la griffe di Fabio, risvegliato dai ricordi di quand'era "mammoccio" e scorrazzava per le vie strette di un paesino che è rimasto sempre fedele a se stesso, inebriandosi di profumi selvaggi come la merangola, cioè l’arancia amara, o le visciole. Ed è da qui che nascono i piatti di un creativo a tutto tondo, pronto a "trombolizzare" ogni cliente con i suoi ritrovati. Se vogliamo stupire dobbiamo restare fedeli a noi stessi, proponendo la nostra cucina e rispecchiando quella che è la dieta mediterranea, autentica mission del Fabio-pensiero, ormai noto in metà del globo. L’altra mission è farsi conoscere nella metà che manca.